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sabato 12 marzo 2016

Alberi e arbusti: il risveglio è in corso

Post 5/5 del 12/3/16
 
Pochi i cambiamenti rispetto all'ultima visita. La maggior parte degli alberi sembra ancora in fase di riposo. Lo sguardo attraversa senza ostacoli il bosco fra tronchi e rami spogli, fino a incontrare qua e là qualche chioma fiorita. E qui troviamo qualche novità. Se dei cornioli, numerosi ma non ancora pienemante fioriti, abbiamo già parlato, è ora la volta dei pruni che sembrano sbocciare da un giorno all'altro, in modo diversificato, magari cominciando da un solo ramo.    

Prunus sp.


Entrando da via Boves, sulla sinistra, ci accoglie un carpino che ha delle infiorescenze già pronte a schiudersi. É l'unico di questa specie in queste condizioni, forse perché ben esposto al sole.



Poco più avanti il sentiero è circondato da cespugli di rose, sparse anche sul pendio sottostante. Tutte hanno emesso le foglioline.


Oltrepassati la bacheca e il laghetto si arriva ad una curva a destra, non lontani dallo stadio. Lì sulla sinistra un pruno, carico di fiori bianchi appare già da lontano.Non sembrava così solo qualche giorno fa.



Nella parte digradante a destra del sentiero e più avanti verso il centro osserviamo alcune nuove piantine.

Diversi sono gli agrifogli (Ilex aquifolium), così piccoli e arricciati che sembrano lattughe.

Ci incuriosisce un alloro (Laurus nobilis), specie che avevamo già notato nel dicembre 2013. Tipica della flora mediterranea è difficile capire come sia finita qui, certamente non piantata dai volontari. Per nulla invadente la sua presenza potrebbe essere tollerata.

Un agrifoglio (Ilex aquifolium) che sembra spuntato da poco. Non è l'unico.

 
Alloro (Laurus nobilis)

Molti gli arbusti che stanno emettendo le prime foglie, fra questi i biancospini ben visibili ovunque nell'oasi. Quelli in foto lungo il sentiero principale.


Biancospino (Crataegus monogyna)

Per tanti alberi che nascono o si risvegliano, qualcuno volge verso la fine del suo ciclo. Diverse robinie sono rovinate a cavallo di un canalone.



 

giovedì 10 marzo 2016

Rari fiori del sottobosco


Maurizio Z. questa mattina ha fatto un sopralluogo e qualche foto con il cellulare.


Da esperto conoscitore dell'oasi ha scovato i fiori più belli a cominciare dal dente di cane (Erythronium dens-canis), rarissimo nel Parco delle Groane (come attestato dall'Atlante della flora di Luca Gariboldi). Ricordiamo che questa specie è protetta.

 

Ha documentato poi la presenza del campanellino invernale (Leucojum vernum) e della scilla (Scilla bifolia) che non sono particolarmente rari nel parco, ma nell'oasi sì.

Campanellini invernali

Scilla


Foto anche a narcisi prossimi alla fioritura. Purtroppo non sarebbero selvatici, un po troppo gialli, ma di origine ornamentale, trovati nlla zona alta, vicino ai campanellini.

Un agrifoglio (Ilex aquifolium) sembra un cespo di insalata riccia. L'agrifoglio è una specie ben presente all'oasi e si direbbe che si riproduca spontaneamente. 





Visto anche un picchio all'opera senza riuscire a fotografarlo. Appena estratto il telefono è fuggito. Forse il picchio non ama le nuove tecnologie. Per corteggiare la femmina infatti preferisce tamburellare i vecchi tronchi con il becco.


Le foto di oggi ci permettono di arricchire l'elenco delle specie del sottobosco (flora nemorale) che fioriscono fra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. Sfruttano la luce che filtra fra le chiome degli alberi prima che appaiano le foglie. 
Ieri abbiamo visto l'anemone nemorosa, abbondantissima, il ranuncolo favagello, la viola e i primi fiori della pervinca, che quanto ad abbondanza non dovrebbe deludere. Vedremo prossimamente.
Oggi Maurizio ha documentato le rare quanto preziose presenze del campanellino invernale, della scilla e soprattutto del dente di cane. Speriamo che queste piccole popolazioni, ridotte ora al lumicino, possano consolidarsi e magari espandersi nei prossimi anni.   

sabato 10 gennaio 2015

Prima giornata di lavoro del 2015

Il Monte Legnone visto dal Fosso del Ronchetto, dove il sentiero scende verso la via Sprelunga

Ancora tagli

Oggi prima giornata di lavoro del 2015. Si provvede al taglio degli alberi caduti o pericolanti, secondo le indicazioni dei tecnici del Parco delle Groane.  Sono ancora le conseguenze del disastroso fortunale di agosto. Questa volta non si tratta più di liberare i sentieri, ma di intervenire all'interno del bosco. Sono stati tagliati nella mattinata circa otto alberi di discrete dimensioni.


Una robinia tagliata si è impiglata fra altre chiome.
Sarà trainata con delle funi.


A volte la sega a motore si blocca e deve essere liberata inclinando il tronco
e con l'intervento di una seconda sega a motore

Uno dei pioppi bianchi (Populus alba) abbattuti dalla tromba d'aria
dell'estate scorsa, presso il laghetto sul sentiero principale

Lo stesso pioppo viene ridotto in pezzi

La raccolta dei rifiuti

Nel frattempo si provvede a raccogliere i rifiuti che purtroppo capita di trovare sparsi per l'oasi. Questa volta la raccolta è stata abbondante. Il sacco si è rimpito e si è dovuto riportarlo con la carriola per evitare che si rompesse per il peso.


Il materiale raccolto... nemmeno tutto.

La vista sulle prealpi

Durante l'inverno gli alberi spogli permettono di intravedere, oltre i camini e le antenne dei tetti, la cerchia delle prealpi.

Al centro della foto le Grigne, a sinistra il Legnone e verso destra il Pizzo dei Tre Signori.
Il Resegone è fuori inquadratura a destra

La natura al lavoro

Uno dei piccoli tassi (Taxus baccata) nati spontaneamente

Un piccolo agrifoglio (Ilex aquifolium).
Anche di questa specie sono presenti deversi giovani esemplari

Gemma invernale di pado (Prunus padus)

Gigaro o calla selvatica (Arum italicum), pianta erbacea rizomatosa rara
nei nostri boschi. Fiorisce in aprile con calle bianche.


sabato 3 maggio 2014

Lavori di maggio

Durante la giornata ecologica del 3 maggio i volontari, e particolarmente M.Z, muniti di decespugliatore, elmetto con visiera e cuffie, hanno sfalciato gli ingressi e ridotto i rovi a margine del sentiero in zona Sprelunga. Hanno anche aperto, con qualche difficoltà, un varco per tornare costeggiando la recinzione dello stadio ed immettersi nel sentiero dei noccioli, a una trentina di metri dal bivio che scende al frutteto.

Altri hanno rimosso rami messi a mo di passerella nello stagno vecchio dai ragazzini.

Poi si sono trasferiti in zona Sprelunga per verificare il taglio alberi effettuato a fine marzo. Notata un buona ripresa delle vegetazione. Sono stati segnati i rinnovi spontanei per evitare che possano essere ricoperti e nascosti dai rovi e poi sfalciati insieme ad essi.

Finalmente la pioggia ha scongiurato la secca dello stagno basso che nell'ultimo mese era stata ripristinato per tre volte con acqua di pozzo.

Pochi i rifiuti


  Nel rinnovo spontaneo si è notata una significativa presenza di tasso e di  agrifoglio, piante entrambe sempreverdi.

Tasso
Agrifoglio
  Per altre info


Si sta valutando la possibilità di realizzare una fascia arbustiva sempreverde sul lato delle via Sprelunga a compensazione delle robinie d'alto fusto tagliate. Ci vorrà tempo, il tasso in particolare è un albero a crescita lentissima, ma le sue qualità lo rendono interessante.

sabato 14 dicembre 2013

Dall'albero alla staccionata


Al mattino presto si è provveduto a collocare nell'oasi e nei dintorni una serie di air tube per monitorare la presenza di scoiattoli come già si è fatto lo scorso anno. Prossimamente questi dispositivi saranno geotaggati. Gli scoiattoli (Sciurus vulgaris) sono ben noti ai frequentatori del luogo. Sono stati fotografati durante normali visite e anche di notte con delle fototrappole. Con gli air tube si vuole verificare se ci siano infiltrazioni di scoiattoli grigi (Sciurus caroliniensis), aderendo ad un progetto del Parco delle Groane.    

Nei giorni scorsi i tecnici del Parco delle Grane hanno segnato una serie di alberi da abbattere. Oggi i volontari hanno provveduto a tagliarne tre, tutti della specie Spino di Giuda (Gleditsia triacanthos). proveniente dal Nord America. Da questi si sono ricavati diversi pali di 4 metri, uno dei quali è stato subito impiegato per sostituire un tratto di staccionata in Via Boves.

Altri alberi, che possono costituire un pericolo per le vie adiacenti, saranno tagliati ad opera di ditte specializzate su committenza dell'Amministrazione Comunale.

Successivamente si è compiuto un giro di perlustrazione.

Collocazione degli hair tube 

All'alba ha provveduto M.B.alla collocazione di 6 hair tube. Questi servono a rilevare la presenza degli scoiattoli.

Uno dei 6 hair tube

I lavori

Verso le 10 si passa al taglio di alcuni alberi. Sono spini di Giuda che non essendo autoctoni sono stati segnati dai responsabili del Parco come alberi da eliminare. Si riconoscono per le grosse spine poste anche lungo il tronco. Hanno foglie composte e producono grossi baccelli, i tipici frutti delle leguminose, simili a quelli del carrubo. .
Da ogni tronco si ricavano due pali lunghi più di 4 m. Uno di questi viene subito utilizzato per sostituire un elemento della staccionata sulla via Boves.
Il taglio degli alberi in corso.

I pali appena tagliati caricati sull'Ape.
Sono destinati alla manutenzione della staccionate

Uno dei pali viene impiegato subito per una riparazione in via Boves

Perlustrazione


Finiti i lavori previsti si effettua un giro di perlustrazione dell'oasi. Si cerca di individuare un percorso, per quanto possibile ad anello, che potrebbe essere utilizzato come "transetto" da ripetere nel tempo.


Traccia del percorso seguito come possibile transetto. In giallo l'andata, in verde il ritorno.

La parte sud del sentiero principale e dintorni

Il sentiero qui è tortuoso perché aggira  la testa di alcuni canaloni che solcano la parte bassa dell'oasi che resta sulla destra.
Presto si raggiunge una bacheca (senza cartello in attesa di sostituzione del medesimo) ed il primo laghetto creato nell'oasi (che chiameremo laghetto vecchio), in questi giorni ghiacciato.
Poco più avanti sulla destra si raggiunge un altro stagnetto di recente creazione.
Si passa quindi sotto alberi maestosi, farnie (Quercus robur) e castagni (Castaneas sativa) dove con un buona dose di fortuna è possibile avvistare degli scoiattoli.
Più oltre una targa in legno ricorda Fabrizio, uno dei primi  volontari dell'oasi che, lo ricordiamo, nacque nel 1992.
Nei dintorni si notano piccoli rimboschimenti e molti alberelli nati spontaneamente fra cui agrifogli (Ilex aquifolium) e  castagni.

Il sentiero entrati dalla via Boves 

Sulla sinistra il laghetto vecchio. É pieno d'acqua e ghiacciato

Poco avanti a destra verso il basso uno dei laghetti nuovi.
Inizialmente non teneva l'aqua. Ora il fondo sembra essersi impermeabilizzato.

Uno dei tanti agrifogli nati spontaneamente
nella parte sud dell'oasi

Un piccolo tasso (Taxus baccata), probabilmente piantato.
Scopriremo poi che ci sono anche tassi piccolissimi,
probabilmente nati spontaneamente

La targa in ricordo di Fabrizio

Un castagno nato spontaneamente.
Nella zona ce ne sono altri

La parte centrale del sentiero principale

Sulla destra una scaletta scende verso la parte bassa dell'oasi. Si incontra poi un piccola radura sulla sinistra parzialmente invasa da rovi (Robus ulmifolius). si giunge quindi a un nuovo bivio da cui scende a ritroso un sentiero verso la parte bassa.
Sulla sinistra invece si raggiunge facilmente la recinzione del campo di calcio. Da qui volendo si potrebbe tornare a sud costeggiando la recinzione. Impossibile invece proseguire verso nord per la presenza di un roveto inestricabile.
Il sentiero principale, superato un avvallamento prosegue da qui rettilineo verso nord.  
 

Il tronco di una robinia (Robinia pseudoacacia)
con delle strane protuberanze è una delle curiosità
dell'oasi. Nei pressi altri simili. 


Pini silvestri (Pinus sylvestris) e betulle (Betula pendula) .
Nell'oasi queste specie non sono rare e vegetano bene

Oltre una piccola radura invasa dai rovi due belle farnie
conservano parte del fogliame

Un bellissimo nocciolo (Corylus avellana).
I noccioli sono piante molto comuni all'oasi.

Il fianco nord ovest del campo di calcio, facilmente raggiungibile
dal sentiero principale, è colonizzato da un roveto impenetrabile


Nella zona centrale, sopra il sentiero principale, un fortunale estivo ha
provocato diversi danni abbattendo alberi che sono stati rimossi
dai volontari. Alcuni segni sono ancora visibili

Un piccolo olmo, sul lato est del sentiero ha la chioma
spezzata da un albero che gli è caduto sopra. Notare le foglie ancora verdi.
Secondo i tecnici del Parco dovrebbe riprendersi.

Il sentiero principale verso nord

Superata la parte centrale e il bivio che scende alla zona bassa dell'oasi il sentiero riprende rettilineo verso nord. Qui è affiancato sulla destra da un lungo filare di noccioli che probabilmente hanno l'età dell'oasi.

Un bel carpino (Carpinus betulus) sul lato est del sentiero

A valle del sentiero nella zona nord un
gruppo di robinie avvolte dall'edera (Hedera helix)

Noccioli

Un filare di grandi noccioli sul sentiero principale (verso nord)





A nord del campo di calcio

Non esiste un passaggio facile per salire dal sentiero principale al lato nord del campo di calcio. Occorre arrampicarsi su una piccola scarpata e attraversare arbusti e rovi.

Si raggiunge così una zona interessante, una specie di nuovo rimboschimento, dove sono stati piantati recentemente numerosi alberelli. Le caratteristiche sono simili a quelle di una fascia ecotonale, ariosa e ben esposta, che digrada in una striscia a prato verso il campo di calcio. Gli alberi più grandi, posti sulla costa sulla via Sprelunga, la proteggono dai venti del nord.
Sono presenti molte specie, ma betulle, pini silvestri ed erbe alte compongono a tratti un quadro abbastanza caratterisitico del Parco delle Groane.    

Stranamente è stato piantato un platano (Platanus sp:)

La striscia di prato fra il campo di calcio ( a sinistra)
e il nuovo rimboschimento (a destra)

Fra arbusti, erbe e piccoli alberi della zona nord un bel gruppo di
pini silvestri. Il verde spicca fra le varie sfumature del fogliame secco   


Questo nocciolo non ha ancora perso le foglie.
Effetto del soleggiamento?

Muoiono le foglie e si preparano le infiorescenze che
si attiveranno a fine inverno

La striscia di prato a nord del campo di calcio

La zona dei laghetti a nord

Giunti alla sbarra si può proseguire per il sentiero che diventa una strada sterrata per poi rientrare nell'oasi dall'ingresso a nord ovest.
Più interessante è attraversare l'oasi in una zona ricca di piccoli laghetti, nascosti da una fitta vegetazione.
Difficile riuscire a contare quanti siano questi laghetti che spesso hanno una forma allungata e contorta. Un riferimento facilmente individuabile è un salice bianco (Salix alba) rovesciato dalle intemperie che tuttavia continua tranquillamente a vegetare.


Il salice (forse un salicone?) rovesciato ma vivo

Lo stesso che sopra

Il primo laghetto che si incontra

Idem. Notare il ghiaccio.

Un piccolo carpino

Altro laghetto. Il tronco di un pioppo bianco (Populus alba) prostrato. 
Notare la tifa con i semi che si aprono a batuffolo e si spargono al vento

Altro laghetto

Il sentiero parallelo alla via Sprelunga

Atteraversata la zona dei laghetti nord arriviamo, saltando un canaletto a questo sentiero ben battuto da cui iniziamo il ritorno. Percorrendolo verso est abbiamo sulla sinistra una fascia rapidamente digradante alla via Sprelunga. Qui saranno tagliati ad opera del Comune alcuni alberi, per lo più vecchie robinie, che minacciano di cadere sulla strada.
Il sentiero si innesta, svoltando a destra ad angolo retto, in quello principale in prossimità di alcune splendide querce e di un viottolo che sale dalla via Sprelunga. Lì scrutando fra i rami e le fronde si riescono a vedere le cima delle prealpi.

Riprendiamo il sentiero parallelo alla via Sprelunga per il ritorno 

Alberi sulla costa della via Sprelunga
Le Grigne

Il Resegone

Il viottolo che sale dalla via Sprelunga.
In alto i rami di una possente quercia


Il ritorno sul sentiero principale

Ripercorriamo rapidamente tutto il sentiero principale all'indietro. Per oggi tralasciamo la parte bassa dell'oasi e ci limitiamo a fotografare l'inizio del sentiero che, scendendo verso sinistra, la raggiunge. Deviamo solo verso la fine per raggiungere i laghetti della zona sud.


I laghetti della zone sud

Ad ovest del laghetto storico, fra questo e il parcheggio del campo di calcio ci sono 6 laghetti di cui 5 realizzati alcuni anni fa, per favorire la riproduzione degli anfibi. Quello vicino all'ingresso dello stadio è il laghetto storico. Oggi sono tutti ghiacciati. É curioso notare la differenza della vegetazione che si è sviluppata in ciascuno in modo diverso. Immaginiamo che il variare del soleggiamento abbia giocato un ruolo in una specie di lotteteria della natura.