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venerdì 27 dicembre 2013

1° controllo degli hair tube

Oggi si è svolto il primo controllo degli hair tube. 2 su 6 sono risultati positivi. Si è povveduto a rilevare le coordinate a raccogliere i reperti e a ripristinare la funzionalità di ciascuno.



Si è colta l'occasione per fare un breve giro, accompagnati da chi l'oasi la conosce bene. Non sono mancate nuove osservazioni.

Si è notato che, con tutta probabilità, anche il tasso (Taxus baccata). oltre al castagno e all'agrifoglio (vedi post precedente) si riproduce spontaneamente.

Si direbbe che la zona del canalone presso la via Boves, sia abbastanza umificata. Diffuse le pervinche.

Sono presenti alcune piantine di alloro (Laurus nobilis), specie mediterranea che sembrerebbe naturalizzata, oltre a numerosi esemplari di una palmetta (palma da datteri?) ovviamente alloctona, propagatasi da qualche giardino o forse da coltivazioni in vaso. É in corso il contenimento.

Sempre nel canalone ci sono dei laurocerasi (Prunus laurocerasus) alti anche un paio di metri. Per questi, che contribuiscono al consolidamento delle pareti del canalone, si procederà a un contenimento ponderato.

Approfittando del sopraggiungere di altri volontari storici di Legambiente, si sono ottenuti altri ragguagli sulla situazione iniziale dell'oasi in merito a laghetti, vegetazione e presenza di alcune specie di alberi.
 
Così abbiamo avuto conferma che il cosiddetto laghetto storico è quello vicino all'ingresso dello stadio, mentre quello posto a ovest del sentiero principale, presso la bacheca, era anch'esso già esitente alla nascità dell'oasi ed è stato allora ampiamente rimodellato e allargato. Lo chiameremo quindi "laghetto vecchio" (o laghetto dietro alla bacheca).

Si sono identificati alcuni esemplari di alberi preesistenti all'istituzione dell'oasi (farnie, castagni e ciliegi). Tutti i pini silvestri sono stati piantati dopo il 1992. Incerta invece è la situazione delle roveri. Morto un vecchio esemplare e anche alcuni di nuovo impianto. Per questa ed altre specie cercheremo di fare il punto la prossima primavera, alla ripresa della vegetazione.

Un ciliegio all'ingresso da via Boves ha la corteccia
incisa circolarmente: un segno di scarsa considerazione
della natura. Per fortuna l'albero sopravvive
Un piccolo tasso cresciuto spontaneamente. Nei pressi
un altro è ancora più piccolo.
Una strana palmentta sta infestando l'oasi nella zona nord.
La maggior parte degli esemplari sono di questa dimensione

Alcuni sono decisamente più grandi, come questo. Queste
palmette vengono sradicate, ma per ora l'opera è incompleta.

Un magnifico pino silvestre cresciuto in una zona dove
inizialmente c'erano solo rovi

Un ciliegio nella stessa zona che sopra

Un grande ciliegio preesistente all'oasi

Altro esemplare di ciliegio più vecchio dell'oasi

Una piccola fusaggine o cappello del prete. 
Nell'oasi non è rara e gli esemplari più
sviluppati in autunno sono vistosissimi.

Il laghetto basso è colmo d'acqua. Probabilmente il fondo ora tiene meglio. Di
certo raccoglie le acque che scolano dalla parte alta dell'oasi, dove il ghiaccio
si è sciolto, attraverso il canaletto che si vede nella foto in basso a destra.  

lunedì 23 dicembre 2013

Sopralluogo prenatalizio

A ditanza di 9 giorni un altro giro di perlustrazione. Questa volta si parte dalla via Marsala, Il parcheggio del Centro Socioeducativo è aperto fino alle 16 dei giorni feriali.

L'accesso dalla via Marsala. Se la sbarra è chiusa è sempre possibile accedere a piedi.
Un piccolo parcheggio, libero nei giorni festivi, è davanti al Centro Socioeducativo.

Una bella alberatura è attraversata dal sentiero che percorre la parte bassa dell'oasi

Il primo albero a destra del sentieroè un olmo (Ulmus minor) di notevole proporzione.
Tempo fa si era dovuto tagliare un grosso ramo pericolante. Gli olmi sono alberi a
rapida crescita. Notare il tipico portamento con i rami protesi verso l'alto.

Il tronco dell'olmo

La corteccia dell'olmo

Le foglie a terra dell'olmo, mescolate a quelle di altre specie

Il prato

Dal parcheggio, attaraversato un tratto di bosco si giunge a un prato

Presso il sentiero svettano due pioppi neri della varietà italica
(Populus nigra italica), detti anche pioppi cipressini

Un olmo raggiunge quasi la stessa altezza del pioppo

Il pioppo cipressino

Sotto l'olmo che affianca il prato le foglie a terra sono ancora verdeggianti

Sul lato est del prato al confine dell'oasi un ligustro. Purtroppo non si tratta
delle specie nostrana, ma giapponese. D'inverno infatti non perde le foglie.
Tutti i ligustri dell'oasi sono di questa specie alloctona.

Le gemme di una sanguinella (Cornus sanguinea) sulla quale persiste qualche rara foglia.
I rametti della sanguinella con il freddo tendono a diventare rossi, da cui il nome.

Uscendo dal prato presso il sentiero, il muschio abbonda alla base di questo
tronco di  pioppo (verificare). A terra si riconoscono le foglie dell'acero campestre.

Le foglie color ruggine in primo piano sono
di acero campestre (Acer campestris).

Dalla zona bassa salendo verso il centro dell'oasi

Oltre il prato ancora un breve tratto di bosco porta a una bacheca (purtroppo imbrattata) che possiamo considerare il centro della parte bassa dell'oasi.  Qui si congiungono i sentieri che arrivano dalla via Marsala e dalla via Scoglio di Quarto e i due che salgono alla parte alta dell'oasi. Rivolti a ovest vediamo a sinistra l'inizio della scaletta e a destra una salita che, in lieve pendenza, porta al centro dell'oasi nella zona alta.

Seguiamo questo secondo percorso. 


Il sentiero sale verso nord affiancandosi a una conduttura  interrata del metano.
La zona del gasdotto è contrassegnata da cartelli e tenuta libra da alberi .

Le vecchie robinie riservano spesso delle sorprese, come questa che ha il tronco
attraversato da parte a parte da una fenditura.

Dentro la fenditura cresce persino l'edera


Sulla destra il tronco stranamente contorto di un ciliegio (Prunus avium),
che si riconosce per il colore grigio scuro lucido e le lenticelle chiare orizzontali.
In età la sottile pellicola esterna tende a staccarsi e ad arrotolarsi orizzontalmente.

Una felce. Dovrebbe trattarsi di una felce femmina (verificare?),
molto comune all'oasi.

La zona centrale

Il sentiero in salita raggiunge quello principale nei pressi della sua metà, che corrisponde anche alla linea mediana del campo sportivo.
 
Un tappeto di foglie gialle copre la zona del bivio

Si sale facilmente fino alla recinzione del campo sportivo. Verso sud è
possibile costeggiarla. Non altrettanto verso nord come abbiamo già
visto. Bella la quinta di pini silvestri (Pinus sylvester)

Un carpino bianco (Carpinus betlus). Tutti i corpini
dell'oasi dovrebbero esser di quasta specie.
Il sentiero prosegue dritto affiancato da noccioli

La zona nord ovest

 .
Svoltati a sinistra il sentiero è un fango unico.
Difficile percorrerlo senza scarponi o stivali

A sinistra la zona del rimboschimento recente e dei laghetti nord.
A destra corre parallela la via Sprelunga, più in basso e separata da
una stricia di bosco abbastanza larga e in pendenza verso nord.

Un bel carpino con le foglie color ruggine. Strano il comportamente del
carpino in inverno. Alcuni carpini mantengono le foglie di questo bel colore,
altri sono completamente spogli.

Idem

Si susseguono piccoli stagni e fossetti

Questo stagnetto è invaso dalla vegetazione.
Gli stagno tendono naturalmente ad interrarsi
e ad evolversi in bosco.

Sulla destra un grosso cespuglio di ligustro e rovi

L'ingresso di nord ovest dalla via Sprelunga

Il ritorno a nord del campo di calcio


Usciti dall'oasi a nord ovest rientriamo poco più a sud.
La strada sterrata raggiunge una sbarra per poi costeggiare il campo di calcio.
A sinistra la parte nord ovest dell'oasi ricca di piccoli specchi d'acqua.

Uno dei piccoli stagni

Questo si allunga come un fosso

Il nocciolo che pochi giorni fa aveva tutte le foglie
ora ne ha perse buona parte.  

Un arbusto da determinare

Il prato, il rimboschimento e in fondo la quinta degli alberi più grandi.
Sono quasi tutte robine, sulla costa fra il sentiero e la via Sprelunga

A sinistra il rimboschimento, a destra la cinta dello stadio.
Le alte erbe sono tutte afflosciate

Fra rovi e arbusti si riesce a scendere al sentiero
principale che attraversa l'oasi da nord a sud

Il ritorno lungo il sentiero principale

Percorriamo a ritroso il sentiero principale verso sud. Ci soffermiamo solo in prossimità di un piccolo rimboschimento e ad ammirare alcuni alberi maestosi. Poi deviamo a destra, verso la zona dei laghetti sud.

Nei pressi della targa a Fabrizio un piccolo rimboschimento
con arbusti vari

Raggiungiamo una zona con grandi alberi
(castagni e querce)

Laghetti sud

Salendo verso gli stagnetti sud uno spino di Giuda

Uno degli stagnetti

La vegetazone nella zona degli stagnetti sud

Lo stagno più a sud, vicino al parcheggio dello stadio è pieno di tife.

Di nuovo sul sentiero principale

Per tornare sul sentiero principale dalla zona dei laghetti sud occorre tornare parzialmente sui propri passi. Nella vegetazione si notano però tre passaggi diversi che raggiungono direttamente l'accesso dalla via Boves. I volontari cercano di impedire questi attraversamenti.

Arrivati alla via Boves torniamo rapidamente verso il punto di partenza. Ci soffermiamo solo per un paio di osservazioni.  
L'uscita su via Boves

Lo stagno vecchio in questo periodo è pieno di acqua.
Le sponde sono coperte di fogliame.

Nei pressi del laghetto vecchio i volontari
hanno tolto dalla bacheca il cartello danneggiato.

La discesa per la scaletta


Presso la scaletta alcuni esemplari di pungitopo

Il canalone

Prima di andarcene diamo un'occhiata al canalone. Alla sua imboccatura ci colpisce il verde chiaro della vegetazione che copre il terreno. 

L'imbocco del canalone

Curiosa questa zona del bosco. Il terreno è coperto da una vegetazione verde chiaro.